Australia Sud Occidentale.
Venti minuti. Solo venti minuti è il tempo che ci è voluto da quando Stefan mi ha proposto di andare a fare un giro in barca a vela a quando eravamo effettivamente sul gommoncino che ci portava a bordo di Midnight Sun. Incredibile, neanche quando vado a fare surf ci metto così poco… ancora più incredibile se penso che quei venti minuti di solito li si impiega per arrivare da Moses Rock, dove Stefan e Uté (due miei carissimi amici di origine tedesca ma australiani da almeno 25 anni) abitano, a Dunsbourough dove la barca è ormeggiata in rada di fronte allo yacht club. Invece in quello stesso tempo abbiamo anche preso al volo il necessario per l’escursione che sarebbe dovuta durare un “paio” d’ore, così aveva annunciato Stefan, attaccato il carrello col gommoncino, scaricato il gommoncino in mare. In quello stesso tempo sono anche riuscito a coinvolgere un altro carissimo amico: Matt. Quando l’ho chiamato lui stava per andare a fare una surfatina, ma amando la vela ci ha messo meno di qualche secondo per accettare l’invito. Matt, per gli amici Bevis, è un caro amico e anche un ottimo shaper di tavole da surf, negli ultimi anni lavora però soprattutto con le barche e sentivo che avrei dovuto farlo conoscere a Stefan. Ci credete vero se vi dico che si conoscevano già…?
Si erano incotrati una volta a Port Douglas mentre Mat lavorava su un barca e Stefan era in zona per una regata.

Midnight Sun-Cape Naturaliste-Western Australia-www.winki.it

Il tempo di scaricare il gommoncino soprannominato Walter ed eravamo già a bordo di Midnight Sun. Non ci credevo quando Stefan mi ha detto che l’avevano chiamato Walter in memoria di quello con cui ero andato a prendere lui e Uté diversi anni prima quando lavoravo come chef di cucina biologica su una barchetta di 34 metri, un catch in legno spettacolare, come spettacolare l’equipaggio con cui lavoravo, in primis il caro amico e comandante Pier, che aveva concesso in quell’occasione di farmi invitare a bordo i miei amici arrivati dall’Australia.

Vista mare - Quindalup - Western Australia

Vista mare – Quindalup – Western Australia

 

Montate le vele al volo, scusate il gioco di parola, fatti i controlli di routine, dopo averle invece issate, eravamo già in navigazione. Senza che avessi il tempo di capire cosa stava suggendendo mi sono ritrovato al timone mentre Captain Stefan e Matt, il secondo a bordo, compievano le operazioni per prepararsi alla navigazione. Non è che abbia tutta questa esperienza con le barche a vela, però le adoro e sogno un giorno di poterne avere una. Nonostante l’esperienza sul catch dove facevo il cuoco, andare a vela richiede tempo e dedizione, ed entrambi li ho dedicato al surf negli ultimi due decenni :). Però con non-chalance, come se fosse per me la cosa più naturale al mondo mi sono ritrovato a timonare col piede destro restando in equilibrio sulla panca a poppa con quello sinistro. Mat scherzava dicendomi che sembravo un esperto navigatore asiatico di altri tempi, così con un’occhio al monitor, e seguendo le mappe Navionics, ma soprattuto tenendo sott’occhio la costa, volavamo leggeri sul mare. Obbiettivo dell’escursione portarsi oltre Cape Naturaliste per poter vedere il sole scendere nell’Oceano Indiano.

Ciò a cui mi sono dedicato negli ultimi anni invece di andare in barca :)

Ciò a cui mi sono dedicato negli ultimi anni invece di andare in barca 🙂

 

Winki - Australia Sud Occidentale

Winki – Australia Sud Occidentale

 

Così mi diverto a giocare tra le onde e i delfini

Così mi diverto a giocare tra le onde e i delfini

 

Vento da sud sui 10-12 nodi, Midnight Sun scivola sulla superficie marina con una velocità di crociera media intorno ai 6 nodi.Tre amici beati, per il solo fatto di essere su un mezzo silenzioso diretto verso il sole, si godono la navigazione e la compagnia a bordo. La barca scivola leggermente inclinata a destra e noi contempliamo la costa riconoscendo dal mare le baie in cui ho surfato in passato. L’acqua è limpida anche se comincia, poco dopo l’inizio della navigazione, ad essere più scura per via del fondale più profondo.

In barca a vela in Western Australia-www.winki.it

Stefan mi fa vedere sul gps le tracce delle rotte fatte le ultime volte che è uscito con i suoi figli, e mi raccomanda di stare solo lontano dalla bolla blu che mi indica sul monitor. La riconosco è Bonyard, un’onda che ho rischiato di surfare solo una volta, ma poi quel giorno ho surfato The Farm. Mi racconta Stefan che qualche giorno fa c’erano onde di una certa dimensione che frangevano insidiose proprio sulla secca e che loro hanno rischiato un po’ troppo passandoci vicino. Non conosco molto la vela, ma conosco abbastanza il mare e le onde, quindi sereno tengo la rotta con l’intenzione di passare comunque vicino alla secca per vederla a distanza ravvicinata.

A vela a Perth-Australia-www.winki.it

Sono un mozzo insubordinato, ma un surfista incallito, quindi forse una quarantina di minuti dopo ci troviamo a navigare proprio sulla secca. Stefan, che anche se credo è uno che in barca abbia tutto sotto controllo ama l’eccitazione dell’avventura, mi concede di tenere la rotta dato che il fondale lo permette e gli assicuro che la swell è piccolissima e che oggi non avrebbe rotto alcuna onda. Solo perchè siamo in condizioni di mare quasi piatto. Se guardate la cartina e seguite la rotta potrete accorgervi da soli che per la prima parte della navigazione eravamo protetti dalla costa sia dal vento che dalle onde. Il capitano però punta oltre il capo per arrivare in mare aperto dove tutto può cambiare e so che non vede l’ora. Matt è beato e tra lui e Stefan c’è subito sintonia… mi ringrazia diverse volte per la chiamata dell’ultimo minuto, “quale modo migliore per rivedere un caro amico” dico io.
In ogni caso una volta sopra la secca di Bonyards, la barca comincia a muoversi su e giù seguendo le ondulazioni che per via del cambio di fondale si creano anche con mareggiata piccolissima. Ammiriamo il fondale in soli 5 metri d’acqua e la costa che è uscita verso il mare con un braccio di roccia granitica, sembra di essere nel nord della Sardegna. Passiamo la secca divertiti mentre Captain Stefan scherza sul fatto che solo con me sarebbe potuto passare li sopra.

Capitano Stefan in azione

Capitano Stefan in azione

 

Sailing mood - Western Australia

Sailing mood – Western Australia

 

Quasi al tramonto

Quasi al tramonto

 

Un solo rammarico tra l’equipaggio aleggia, e anche io nonostante siano mesi che non ne beva una, siamo tutti d’accordo che una sosta al bottle shop per un “six pack” di birre ci sarebbe proprio stato bene. In quel momento col sole all’orizzonte sopra il profilo della costa, che diventa sempre più scura, mentre lui scende verso ovest, qualche uccello marino ci volteggia attorno e l’andatura costante della barca fa si che la decisione dell’escursione all’ultimo minuto ci ripaghi anche per il solo fatto di essere là fuori.

I colori del Western Australia al tramonto

I colori del Western Australia al tramonto

 

Il sole scende sul promontorio e si avvicina al faro per poi scomparirgli quasi dietro. Uno spettacolo da cartolina. Il capitano assicura che se riusciamo a passare in tempo il capo potremmo vedere il secondo e vero tramonto sul mare. Wow: due tramonti la stessa sera non ricordo di averli mai visti.

Il vento però ci fa uno scherzo e scende forse per via della vicinanza al capo che ci protegge da lui. E anche l’andatura scende prima a tre e poi a quasi due nodi. Siamo quasi fermi.
La speranza è l’ultima a morire e qualche decina di minuti dopo, ancora io al timone, guadagnamo vento e la voglia di vedere il tramonto sul mare.
Stefan aveva ragione e il sole ci riappare qualche miglio dopo mentre si tuffa nel mare, noi allarghiamo verso nord per poterci godere lo spettacolo in tutta la sua bellezza. Siamo estasiati. Mi piace sorprendermi di come una cosa così “semplice” come il tramonto possa riempirti il cuore di gioia. Il fatto di poterlo condividere con buoni amici è qualcosa di speciale. Credo che per me ammirare il tramonto sia un modo per salutare quella presenza divina, il Sole, che rende possible la vita sulla Terra. Anche se troppo spesso lo diamo per scondato, io sono davvero grato.

Ammiriamo i colori che cambiano una volta che l’astro dorato si tuffa nel mare e, tra me e me, credo che sia quasi il momento di rientrare verso casa.

Nel frattempo abbiamo passato completamente Cape Naturaliste e ci troviamo in pieno nel Southern Ocean. Il vento da sud da cui eravamo riparati ci arriva in pieno e Midnight Sun aumenta l’andatura fino a volare sulle onde che qui in mare aperto si sentono decisamente. E dire che oggi la mareggiata è anche piccola, mi chiedo come possa essere quando aumenta…

Vista da poppa

Vista da poppa

 

Il capitano non sembra avere alcuna intenzione di rientrare, e navighiamo in direzione del sole immerso oramai nel mare almeno per un’altra ora.

Navighiamo fino a quando le sfumature di cielo dal blu all’arancione e all’ora diventano tutt’uno col cielo scuro e le stelle fanno capolito. Giove a est e Venere a nord ovest sono i primi che scorgo e condivido con l’equipaggio.

Poi appare la Croce del Sud che guida da millenni i marinai negli oceani del emisfero australe, come la Stella Polare fa in quello boreale. Stimo che la luna non sarebbe sorta prima di un paio d’ore e che quindi avremmo potuto goderci una stellata in mare aperto come poche se ne vedono in terra ferma.
Il capitano non ha davvero nessuna intenzione di fare dietrofront, e avendo preso il timone, perchè qui il mare è decisamente più impegnativo, ci conduce verso la vastita dell’oceano. Siamo ai suoi ordini, cazziamo le vele o laschiamo, ogni volta che ci viene richiesto. Matt sa esattamente cosa fare, io provo a fare del mio meglio, cercando di credere che navigo da sempre. Ripeto nonostante le esperienze lavorative in barca mi sento proprio come uno studente alle prime armi. Ma dove ci vorrà condurre Capitan Stefan? La prossima terra ferma in quella direzione di navigazione è il Madagascar…

Penso sia passata un’altra ora quando il capitano finalmente ci comunica che è arrivata ora di virare, e ci chiede di metterci ai posti di combattimento. Qualche minuto dopo siamo diretti a nord con il faro in lontananza alla nostra destra.
La sorpresa non tarda ad arrivare e il vento cala fino a cessare del tutto!

Perfetto ora siamo in mezzo all’oceano e andiamo alla deriva. Restiamo in quella condizione per un tempo indefinito. Siamo calmi e rilassati e non ci resta che goderci la volta celeste infinita. Stefan scherza sulla nostra condizione e si chiede ad altavoce se arrivarà il vento da est forte che si sarebbe aspettato. Una bella notizia e una non proprio tale. Il vento da quella direzione ci permetterebbe di muoverci da lì ma allo stesso tempo l’avremmo in faccia per tutto il tragitto verso la costa e Geographe Bay.

Prima o poi il vento arriva, e all’improvviso le vele si gonfiano. Riprendiamo la navigazione anche se poco dopo il capitano lancia un segnale di allarme e decide di ridurre le vele perchè prevede raffiche anche molto forti… quindi da una condizione di stallo ci troviamo a veleggiare contro vento con un mare corto (in gergo con onde molto ravvicinate e fastidiose) verso est.

Il vento aumenta ancora come il capitano aveva previsto e il freddo pure. Siamo tutti in pantaloncini e maglietta, io decido di infilare il top in neoprene che uso per surfare quando non fa troppo freddo e che avevo con me in borsa assieme alle pinne in caso per qualche evenienza saremmo dovuti tornare a nuoto 🙂 Navighiamo, navighiamo nella notte australiana…

Più tardi Stefan ci consegna due giacche da vela e la terza la indossa lui. Fa un freddo cane… le onde passano sovraccomperta e le prendiamo in faccia. Meno male che amo surfare! La gita serena verso il tramonto si trasforma in una piccola impresa verso casa e nella speranza di riportarci sani e salvi all’ormeggio. Dopo un’ora in quelle condizioni essendo il meno resistente al freddo, il mio corpo è ancora con il clima indonesiano, chiedo il permesso di scendere sottocoperta e mi sdraio al riparo dal vento e dalle onde ammirando un quadrato di cielo con la Cintura d’Orione anche dalla postazione in cui sono.

Non so quante ore ci mettiamo ad avvicinarci alla costa, e nonostante la pazienza che credo di avere coltivato negli anni, ad un certo punto non vedo l’ora di arrivare: solo che l’ora non sembra arrivare più.

In alcuni momenti salgo per tenere compagnia ai miei amici, ma il freddo stavolta per me è davvero troppo.

Unico sollievo verso le dieci di sera la luna spunta con qualche spicchio in meno a est nord-est e ci commuoviamo davanti tale bellezza. La mente vola a tutte le volte che l’ho ammirata nel viaggio in cui ho scritto La Baia della Luna.

Wild Moon

Wild Moon

 

Dopo un tempo interminabile arriviamo all’altezza delle luci dello yacht club, e dopo un’altra mezzora di boline e laschi, ci avviciniamo all’ormeggio nella notte più buia. Con il faro in mano cerco di illuminare le boe al capitano che è al timone e segnalargli le altre imbarcazioni ormeggiate in rada mentre Matt prepara la cima per l’ormeggio. Non ci sembra vero, ma siamo quasi in salvo!

Una volta su Walter, il gommoncino, siamo a riparo dal vento e il freddo è decisamente sopportabile, l’acqua trasparente è illuminata dalla torcia che emette più luce del faro in lontananza. Un unico pensiero mi sorge spontaneo: gli amici squali! Dato che il coso gonfiabile su cui galleggiamo non è più lungo di due metri e mezzo, e facilmente sgonfiabile con un morsetto, spero che stasera abbiano tutti già la pancia piena vista l’ora. A quanto pare è quasi mezzanotte: altro che due ore di giretto in barca! Siamo stati quasi 7 ore e mezza. Ma si sa con Captain Stefan l’avventura è sempre là fuori ad aspettarti…

Prima di salutare Matt ci propone di navigare il Cape to Cape in una giornata della prossima settimana. Dice che ci vorranno solo 12 ore quindi sono pronto ad aspettarmene almeno 24. Buon tempo vi farò sapere quando salperemo… Catch you later mate!!

La serie degli articoli continua con i prossimi sul Western Australia… a presto.