Non potevo mancare alla 25esima edizione del Byron Bay Bluesfest, il più famoso festival musicale d’Australia.
Se devo essere sincero in più di quindici anni di viaggi in Australia sono andato vicino un paio di volte a partecipare al festival ma poi per vari motivi decidevo per altro. L’ultima volta è stata con Bebo e Paolo durante il viaggio in cui ho scritto La Baia della Luna, qualche annetto fa, ma anche in quella occasione le nostre priorità ci spinsero a lasciare Byron proprio nei giorni del festival per continuare ad inseguire il nostro sogno.

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Da quel viaggio in avanti e negli ultimi dieci anni il desiderio di vedere dal vivo alcuni tra gli artisti che preferisco andava crescendo.
Sono riuscito a vedere Xavier Rudd dal vivo diverse volte ed addirittura invitato a presentare i miei libri ai suoi concerti in Italia svariate altre, ma per vari motivi non ero ancora riuscito a vedere John Butler dal vivo, anche se quest’anno non c’è in programma. Ora non solo mi veniva offerto di andare al Blues Festival gratis grazie al generoso contributo di Ben, un amico della mia cara amica Grace, ma l’idea di riuscire ad ascoltare dal vivo John Butler Trio e Dave Matthews Band mi sembrava quasi una coincidenza astrale incredibile. Due tra i miei artisti preferiti che avrebbero suonato al BluesFest, non solo lo stesso giorno, non solo sullo stesso palco, ma anche uno di fila all’altro e per un totale di 5 ore di musica. E quando mi ricapita?

Così ancora una volta il sogno nel sogno è diventato realtà e mi sono ritrovato in compagnia delle graziose amiche di Grace ad andare al Festival. Era un po’ che non bevevo una birra ma non ho potuto dire di no ad una delle birre che preferisco prodotta qua a Byron soprattutto per brindare all’evento e dedicare questa giornata al mio caro amico, fratello, compagno di viaggio impagabile Bebo, che quel giorno arrivava a Bali. La prima Stone & Wood alla sua salute e quella di Monica, e poi l’altra per smorzare la sete di una giornata piena di sole australiana.

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Il Bluesfest è una città della musica. Un parco con sette stage, decine di stand di abbigliamento e artigianato locale ed internazionale, cd musicali ed una scelta sconfinata di prelibatezze alimentari. Alcuni stand sono gli stessi che oramai conosco del Byron Farmer Market http://www.byronfarmersmarket.com.au (ogni giovedì mattina dalle 8 alle 11) o al Byron Bay Market  (la prima domenica di ogni mese dalle 8 alle 16). Entrambi sono must e ve lo dice uno che non va pazzo per gli acquisti, ma quando posso comprare prodotti locali, ascoltare buona musica e fare begli incontri tutto in una volta è tutta un’altra storia.

Chai

Chai Tea

 

Vegetarian people

Vegetarian people

 

Orbs al Bluesfest

Orbs al Bluesfest

 

Ho girato da un tendone all’altro dove c’erano i vari palchi per scoprire musicalmente qualche artista che non conoscevo e tra questi ho trovato Iron & Wine, davvero niente male.

Iron & Wine

Iron & Wine

 

Piacevole sorpresa è stata incontrare e passare qualche ora in compagnia di Scott Rotumah, anche se sapevo che l’avrei trovato al festival. Scott è ospite della manifestazione e questa volta se la tira un po’ con me perchè ha l’accesso all’area VIP e io no. Dai che scherzo brother. Ci ridiamo su anche perchè ho trasformato le iniziali dell’anagramma e lo ho riadattate a modo mio: Very Impossible to make Programs (impossibile fare programmi), che rispecchia completamente la mia filosofia di vita. Ho imparato a non fare programmi e quando mi capita di farne non riesco poi a rispettarli quindi perchè non rimanere aperti a ciò che la vita ha da offrirmi ogni giorno?
Scott ha dipinto un paio di tele da esporre al festival e suo cugino Nigel si è esibito qualche ora prima del mio arrivo in alcune danze tradizionali aborigene e potrebbe essere tra gli ospiti del DidjinOz 2014 che si terrà nella Rocca di Forlimpoli tra Forlì e Cesena. Il festival internazionale di musica aborigena è dedicato all’Australia. Quella del prossimo 11-12-13 Luglio dovrebbe essere un’edizione ancora più speciale delle altre, l’11esima se non sbaglio, avendo festeggiato la scorsa edizione la decima con l’uscita della 4^ edizione di “Australia: quando un sogno diventa realtà” (il mio primo libro di viaggi). E potrebbe essere confermato l’invito ufficiale e quindi la presenza proprio di Scott Rotumah al Festival del Didjeridoo.

Bluesfest Winki e Scott Rotumah

Bluesfest Winki e Scott Rotumah

 

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Tornando al Bluesfest, come faccio a raccontarvi quello che ho provato vedendo dal vivo John Butler? Dopo più dieci anni che la sua musica mi accompagna come colonna sonora nei miei viaggi in Australia, e non solo. Proverò a raccontarvelo con le immagini e con un esperimento che non ho ancora fatto fino ad oggi, non dimenticate che sono mezzo aborigeno e che sto imparando ad usare la tecnologia un po’ alla volta… Sto provando a caricare un video su youtube per condividerlo con voi, d’altronde questo è lo scopo principale delle mie missioni: condividere con i miei amici e lettori, le passioni, i viaggi e l’amore per la Natura. Su quest’ultimo punto il contributo di John è davvero incredibile e ha fatto un bellissimo discorso sulla protesta che si sta tenendo a Bentley (nell’entroterra di Byron) contro le trivellazioni insensate per l’estrazione di gas che distruggerebbe l’economia locale inquinando le falde acquifere per portare guadagno ad una compagnia cinese: http://csgfreenorthernrivers.org/news/musos-pop-up-at-bentley-blockade/
Le sue parole, come la sua musica, arrivano dal cuore ed il succo del discorso è che dovrebbe essere responsabilità di tutti noi proteggere la Terra su cui viviamo, per rispetto verso i nostri antenati e come dovere per i nostri figli, e se crediamo che debbano essere i politici a prendere le decisioni per salvaguardarla possiamo aspettare per sempre, sta ad ognuno di noi fare la differenza.
A quanto pare anche John ha suonato al campo base della protesta a Bentley durante i giorni del Bluesfest.

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John Butler

 

Il regalo più bello John me l’ha fatto proprio alla fine, lo stavo chiedendo dal cuore. Proprio l’ultima canzone, e non poteva essere un finale migliore. Quando ha annunciato che era dedicata ad un suo caro amico che l’ha aiutato ed accompagnato in tutti questi anni, ho capito che stava parlando di un amico in comune e la mia gioia e salita alle stelle. Ho avuto la conferma poco dopo che parlava dell’Oceano. Ed è proprio “Ocean” il titolo della canzone che vi voglio dedicare e che è il pezzo che al momento preferisco dei suoi. L’energia che ne viene fuori soprattutto dal vivo è incredibile, ma ora lascio spazio alla musica, sedetevi comodi, alzate il volume e godetevi il viaggio: ecco a voi il mio caro amico John Butler in Ocean:

 

Pelle d’oca e gratitudine totale, grazie John. Mi sono perso il suo concerto a Fremantle tre anni fa quando ha suonato gratuitamente come supporto di Sea Shepherd Australia perchè se non l’avevate capito John è uno di quelli che per il bene del pianeta farebbe davvero qualsiasi cosa.

The John Butler Trio

The John Butler Trio

 

Ho conosciuto la musica di Dave Matthew invece qualche anno fa grazie ad Andy, un caro amico musicista che viveva a Margaret River ma che ho perso purtroppo di vista. Da allora anche lui è entrato a fare parte della colonna sonora dei miei viaggi. Se devo essere sincero, non amo tutte le sue canzoni ma un paio le adoro invece, tra queste Satellite e The Dreaming Tree. Quest’ultima purtroppo non l’ha suonata ma il concerto è stato strepitoso, due ore e mezza non stop con la sua band di artisti eccellenti. Loro arrivano dal Virginia e con il suo umorismo e la loro energia ci hanno fatto ballare senza soste rendendo il mio compito di fotografare tra la folla impazzita davvero arduo.

Dave Matthews

Dave Matthews

 

Alla tromba Rashawn Ross

Alla tromba Rashawn Ross

 

Al violino elettronico Boyd Tinsley

Al violino elettronico Boyd Tinsley

 

Dave Matthews Band al completo

Dave Matthews Band al completo

 

Dave Matthews

Dave Matthews

 

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Stasera mentre scrivo anche Joss Stone va sul palco assieme ad altri e Dave Matthews Band si esibiscono nuovamente in chiusura essendo tra gli ospiti più noti dell’evento tra altri come John Maier, Jeff Beck e l’altro mio favorito il surfista hawaiiano Jack Johnson.