Margaret River-Perth-Western Australia-www.winki.it

La seconda parte dell’articolo in compagnia del caro amico John e Wine for Dudes continua con un momento sempre gradito: il pranzo.
Per chi l’avesse perso consiglio di leggere la prima parte dell’articolo In Western Australia con Wine for Dudes giusto per seguire il filo conduttore della giornata splendida e spensierata alla scoperta della regione di Margaret River.

Una parte del gruppo al pranzetto all'olio d'oliva-www.winki.it

Per fortuna la seconda tappa annunciata coincide come dicevo con il posto dove avremo il pranzo.
John ha prenotato durante la visita alla prima winery della giornata, dopo aver fatto girare il menù, dal quale ognuno di noi ha scelto un piatto unico tra quelli del giorno.
Cosi Olio Bello, una delle prime aziende produttrici di olio nella regione di Margaret River diventa un bel diversivo per la pausa pranzo. Elena ed io ordiniamo una pizza alle verdure, non posso non testarla, e un piatto di fettucine fatte in casa con verdure e salmone. Ovvio che di solito mi piace assaggiare cibo locale, ma se propongono piatti di derivazione italiana, mi tocca, in veste professionale, mischiarmi ai clienti abituali e dare un giudizio spensierato, non credete?

Pizza in compagnia di Wine for Dudes

Pizza in compagnia di Wine for Dudes

 

Prima del pranzo John invita tutti ad assaggiare le varie qualità di olio locale e i vari prodotti preparati dall’azienda. L’olio extravergine prodotto qui non è male devo ammettere, ovvio non posso fare paragoni con quello che consumo quando sono in Sardegna, o in Toscana per esempio, ma il fatto che le olive siano coltivate biologicamente è una gran cosa. Apprezzo quindi la qualità di un prodotto locale di un certo tipo.
Il pranzo è piacevole. La pizza non è male, anche se ripeto non voglio assolutamente fare paragoni. Ci sono davvero pochi posti in Australia dove ho mangiato una pizza all’altezza di quella italiana: uno a Sydney, uno a Byron Bay (tra l’altro biologica) e l’altro a Perth. Qui è un’altra storia, il condimento è ottimo, le verdure, le olive e la feta sono molto buone, ma l’impasto è quello che è… Le fettuccine di pasta fresca sono molto buone, anche se il piatto non è equilibrato perchè troppo piccante. Amo il peperoncino, ma in questo caso un po’ eccessivo e soprattutto la nota stonata è il formaggio a scaglie, che lasciamo stare le varie scuole di pensiero, ma sulla pasta col pesce proprio non ci sta.

Dopo il pranzo piacevole John annuncia la prossima tappa, una delle winery più famose della zona: Edwards. Prima del wine tasting John ci racconta la storia di un viaggiatore insolito che mi interessa di sicuro…
A quanto pare Brian Edwards, il fondatore dell’azienda, viaggiò dall’Inghilterra all’Australia con Matilda, il biplano delle foto, un Tiger Moth del ’43. La sua idea era quella di seguire le traccie dei primi pionieri aviatori esploratori in Australia: Bert Hinkler e Sir Charles Kingsford Smith. Il viaggio era in onore del padre mancato nella seconda guerra mondiale… e a quanto pare non prioprio un’impresa facile con quel tipo di volatile d’acciaio.
Anche qui, dopo la storia di come è stata fondata l’azienda, arriva il momento tanto atteso dal gruppo: la degustazione. Assaggiamo in mezzora una dozzina di vini. Poi John annuncia “tutti a bordo in dieci minuti si parte per la prossima tappa!”.
E con sole caldo e una leggera brezza fresca, il bus bianco di Wine for Dudes esce della winery diretto verso quella successiva.

 

Howard Park i gruppetto si rilassa prima del wine tasting

Il gruppetto si rilassa prima del wine tasting

 

John serve la degutazione

John serve la degutazione

 

Una delle ragazze del gruppo

Una delle ragazze del gruppo

 

Elena in contemplazione

Elena in contemplazione

 

La visita ad Hayshed Hill mi fa riaffiorare memorie piacevoli di qualche anno fa. Caspita è la stessa winery dove ho preparato quella famosa insalata di pasta per un wine tour sempre con John. Ora gli chiedo se si ricorda la ricetta, ne ho talmente tante varianti, e la condivido nella nuova sezione che sto per inaugurare le ricette di Winki, altrimenti me la invento.
Rivedo lo stesso albero dove pranzammo in quell’occasione con un altro gruppo di persone. Entriamo nella cellar door per la degustazione. Ora mi ricordo anche che in quella stessa occasione qualche anno fa proprio in questa winery avevamo fatto una cosa molto divertente e interessante che John ogni tanto propone. Come veri e propri wine makers, ognuno seduto su uno sgabello attorno ad un tavolo gigante, abbiamo giocato al “piccolo enologo” divertendoci a creare la propria personale varietà di vino mixando alcune varietà di uvaggi dopo averle assaggiate e avendone capito in parte le caratteristiche. Era vino rosso di sicuro, non avrei giocato altrimenti :).

 

John e Wayne - Wine for Dudes

John e Wayne – Wine for Dudes

 

John e una parte del gruppo in degustazione

John e una parte del gruppo in degustazione

 

La ciliegina sulla torta arriva con l’ultima visita, perchè assieme al wine tasting alla Roselyn Winery abbiamo il piacere di conoscere Mick Scott, enologo dell’azienda e a detta di John anche eccellente surfista. John mi racconta di averlo visto persolmente volare su onde nel nord del Western Australia in un giorno impegnativo con un tipo di tavola che non proprio tutti sono in grado di usare: un alaia. Le alaia per chi non fosse esperto, ma anche pochi surfisti le conoscono, sono tavole da surf di legno riproduzioni di quelle degli albori, e hanno la particolarità di essere senza pinne, oltre ad essere molto fini e solitamente non avere la resina sopra. Potrebbe definire delle assi di legno con minor stabilità, ma una grande accellerazione. Ora non vorrei scrivere un trattato sulle pinne delle tavole da surf ma vi basti pensare che le prime pinne (parliamo di una singola centrale) sono apparse sulle tavole attorno gli anni ’30 e le tre pinne sono arrivate nella scena mondiale solo negli anni ’80 grazie a Simon Anderson, uno dei migliori shaper al mondo. Per chi volesse sapere di più nel libro La Baia della Luna racconto del tempo in compagnia di Tom Wegener che è colui che ha riportato alla luce le alaia di legno dopo una suo visita in un museo del surf alle Hawaii. E se siete curiosi di saperne di più e guardare qualche video di surf vi invito a cercare sul web qualche ripresa di Derek Hynd sicuramente una della leggende viventi del finless surf, oltre che un personaggio incredibile e un caro amico.

Mick oltre a farci assaggiare i suoi vini ci racconta le tecniche di produzione che utilizza e ci accompagna in quella che per me sarà l’esperienza più piacevole e interessante della giornata. Oltre ad essere un ottimo surfista, Mick si rivela un grande enologo, e devo ammettere che il primo vino rosso che ci fa assaggiare diventa per me il più buono del tour. Poi ne comprendo anche le ragioni, e questo conferma che quello che sento essendo in linea con la mia scuola di pensiero: alimenti non trattati con veleni. Dopo aver assaggiato quel vino e averci mostrato la prima parte della lavorazione guidandoci attraverso le varie macchine che utilizza, ci svela che tutte le uve utilizzate nella cantina sono biologiche e che da circa tre anni, la sua azienda ha cominciato la fase di transizione per diventare certificata “organic”. Questo significa che per il momento le uve sono coltivate con metodo di coltivazione biologica, ma il vino non è ancora certificato, perchè ha bisogno di passare attraverso un processo per ottenere la certicazione. Ora qui non vorrei aprire un dibattito perchè c’è ancora molta discordanza in Italia, tra quello che è davvero biologico e non lo è… ma vi basti sapere che potete sempre porre quelle famose domande di cui parlavo nella prima parte dell’articolo per cercare di capire le intenzioni e la buona fede del produttore in questione. La cosa che dovrebbe far riflettere è che di sicuro la prima ragione perchè un produttore si converte alla coltivazione biologica non è necessariamente economica. Primo per il fatto che purtroppo invece di aver sgravi fiscali il processo di certificazione ha un costo e il produttore è costretto ad aggiungere quel costo al prodotto per il riconoscimento, vino o altro che sia, e secondo perchè almeno in Australia a quanto pare i controlli sono severi e selettivi. A me sembra già un passo avanti che qualcuno si impegni a coltivare in modo più sano e naturale. Il massimo sarebbe poi riuscire ad ottenere un ottimo vino senza l’aggiunta di solfiti, e qui entro in un terreno delicato e quindi torno a parlare dell’esperienza in sé. Vi dico solo che fare un vino che risulti piacevole al palato, usando vari trucchetti del mestiere, non è poi così difficile se siete degni enologi e sapete il fatto vostro in materia. Tutt’altro facile è fare un vino biologico buono senza l’aggiunta di sulfiti (contenuti naturalmente nell’uva). Magari prossimamente intervisto qualche esperto e vi parlo di questo aspetto del vino se vi interessa, per ora l’ultima visita della giornata continua con Mick che tra una degustazione a l’altra ci mostra le altre fasi della produzione fino a portarci nella cantina vera e propria e farci ascoltare il suo vino che fermenta nelle botti di rovere…

 

Mick Scott di Roselyn Winery - Margaret River

Mick Scott di Roselyn Winery – Margaret River

 

Mick e John ci raccontano le fasi della lavorazione

Mick e John ci raccontano le fasi della lavorazione

 

Uno dei macchinari che Mick ci mostra

Uno dei macchinari che Mick ci mostra

 

L'ascolto del vino che parla

L’ascolto del vino che parla

 

Mick invita i ragazzi e le ragazze ad ascoltare la fermentazione in corso. Il vino parla in diversi modi…

Il gruppo nonostante oramai le innumerevoli degustazioni è ancora molto attento e sinceramente pur essendo stata una giornata davvero gradevole nel complesso, per me questa parte è davvero la ciliegina sulla torta. Credo che riuscire a comprenderne anche il processo di lavorazione dia al nettare “divino” un valore aggiunto. In questo ammiro chi decide di non usare veleni in agricoltura, ancora meglio neanche nel processo di lavorazione e nella conservazione. Che bella esperienza e che ottimi vini!

 

Le botti di rover della Roselyn Winery

Le botti di rover della Roselyn Winery

 

Dopo tutto quel vivo altro che yoga

Dopo tutto quel vivo altro che yoga

 

 

La giornata non finisce qui a quanto pare, almeno per noi, perchè John mi chiede se ho ancora intenzione di cucinare la cena per lui e Kursty la sua ragazza… Così riaccompagnato il gruppo ognuno alle rispettive sistemazioni io ed Elena, la mia meravigliosa compagna di viaggio, ci ritroviamo a prepare gnocchi di zucca in salsa di noci e pomodorini freschi.
Durante la cena arriva un’altra sorpresa della giornata John decidere di aprire la prima bottiglia del suo vino così, non lo dico per via della nostra amicizia, ma perchè lo credo davvero, che il vino Cabernet Sauvignon di Wine for Dudes assieme al Grenache di Roselyn saranno i miei due vini favoriti della giornata e guarda caso entrambi prodotti quasi interemente con metodo naturale.

Se volete contattare John per informazioni o prenotare un tour potete visitare il sito http://www.winefordudes.com/ e contattarlo via e-mail o per telefono se siete in Australia. Se dite che vi mando io potreste ricevere qualche gradita sorpresa o male che va un bicchiere di vino in più :).

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Informazioni pratiche

Come raggiungere la regione di Margaret River:
Cathay Pacific vola dall’Italia per Perth – Australia da Milano e da Roma. Oltre ad essere la mia compagnia preferita per varie ragioni concede ai surfisti, prevvio avviso, il trasporto gratuito delle tavole… Alcune tariffe solo leggermente più alte rispetto ad altre compagnie, ma se considerate il trasporto delle tavole e alcuni servizi aggiuntivi se vi iscrivete al programma Marco Polo, la qualità dei serivizi offerti non ha paragone. Per non parlare poi del servizio a bordo.

Da Perth a Margaret River potete noleggiare un mezzo o in alternativa viaggiare in bus. Sono circa 250 km.

La serie di articoli sul Western Australia continua… non perdeteli!