fiorino

Conosco Fiorino da diversi anni ormai e il primo incontro risale a qualche edizione fa del DidjinOz Festival di Forlimpopoli (se non sbaglio 2003) – il festival della musica e cultura aborigena australiana in particolare dedicato al didgeridoo, lo strumento a fiato tradizionale aborigeno.

 

Ero stato invitato da Francesca Casadei, nostra amica in comune nonché una delle poche donne che conosco che suoni davvero bene il didjeridoo, a fare promozione al mio primo libro Australia: quando un sogno diventa realtà, che era appena stato pubblicato.

 

Non nascondo la mia sorpresa e stupore nello scoprire che la location era al di fuori del mio immaginario, la Rocca di Forlimpopoli, ma devo ammettere alla fine che per qualche motivo inspiegabile era forse il luogo ideale per ospitare il festival. Forse la Rocca con la sua struttura medievale e con le sue mura poteva celare e raccogliere i suoni e le storie del popolo aborigeno per tramandarle di anno in anno.

 
 

È così da quell’anno oltre alla nascita di una bella collaborazione è sbocciata una forte amicizia.

 

Fiore, come lo chiamano gli amici, mi ha invitato a promuovere il mio primo libro svariate volte e a presentare il secondo La Baia della Luna nell’edizione speciale invernale del DidjinOz del 2008 e nell’ultima edizione delle scorso luglio 2010. Oltre ad essere stato invitato per presentare il libro ero lì in veste di accompagnatore e traduttore con Bill Webb e Josh Whiteland della tribù dei Wardandi, che erano gli ospiti principali di quest’ultima edizione (vedi articoli correlati sul blog sotto Wardandi Tour).

 

Tornando a Fiorino mentre scrivo mi viene in mente che l’avevo incontrato forse l’anno precedente al nostro incontro ufficiale, a una delle edizioni del Festival del Didgeridoo che si teneva a Cavour in Piemonte. Mi aveva stupito il modo in cui suonava lo strumento australiano, e devo essere sincero grazie a lui ho scoperto che diversi musicisti non aborigeni potevano suonarlo in modo magistrale. Si era fermato alla fine del festival per riordinare i suoi “arnesi” e ricordo di essere stato il fortunato spettatore mentre mi mostrava le varie tipologie di didjeridoo che aveva con sé e mi faceva sentire le differenze dei loro suoni.

 

Da quel giorno mi si è aperta la visione su una realtà che già in Italia e in Europa stava prendendo piede: una forte passione per la musica e la cultura aborigena, un forte richiamo per la terra rossa e per quel Popolo che ci ha camminato per qualche decina di migliaia di anni.

 

Penso che diverse persone scoprano ad un certo punto una forte attrazione verso l’Australia, può essere la musica, il surf nel mio caso… ognuno ha il suo pretesto ma credo che ad ognuno di noi venga offerta la possibilità di ripercorre alcune Vie dei Canti per ritornare a scoprire chi siamo veramente. Sta a noi seguire le orme e lasciarsi guidare alla riscoperta delle verità ancestrali e far affiorare eventualmente ricordi di vite forse passate…

 

Quindi anche se nell’ultima edizione non ha suonato, Fiorino oltre essere l’organizzatore del DidjinOz Fest di Forlimpopoli (insieme a Francesca per diversi anni) è un eccellente musicista e suona con varie formazioni.

 
fiorino che suona

– Ciao Fiore. Cominciamo subito con una domanda a bruciapelo: è nato prima consciamente l’amore per l’Australia o per il didjeridoo? E visto che non l’ho fatto io nell’introduzione vorresti gentilmente spiegare ai nostri amici che tipo di strumento è, la sua origine e provenienza e i nomi più comuni con cui viene chiamato? Altrimenti pensano che faccio un sacco di errori dato che sopra l’ho scritto sia con la “j” che con la “g” didgeridoo.


 
 

Fiorino: Ciao Winki, direi che prima, anche se inconsciamente esisteva una passione per l’Australia. Ricordo quando ero piccolo che dicevo… «un giorno ci andrò». Ma sai quando si è piccoli e la mente è libera di viaggiare senza alcun vincolo esterno (anche se a dire il vero forse io viaggio molto più ora con la testa) si dicono o pensano tante cose. Così per molto tempo questo pensiero è rimasto dormiente nei meandri del mio cervello. Poi ad un certo punto come per magia, proprio nel piccolissimo paesino dove abitavo, Forlimpopoli, ho conosciuto il didjeridoo. Allora insegnava presso la scuola di musica popolare Paride Russo, al quale sarò eternamente riconoscente per avermi insegnato ma soprattutto trasmesso la passione per questo strumento che inevitabilmente mi ha successivamente proiettato verso la cultura aborigena australiana.

 

Il didjeridoo o didgeridoo, sono sincero non so come si scrive perchè c’è chi lo scrive in un modo chi nell’altro quindi credo siano entrambi corretti. In ogni modo didjeridoo è il nome che gli occidentali hanno attribuito allo strumento quando lo hanno visto ma soprattutto sentito per la prima volta. La parola “didgeridoo” è infatti un onomatopea perchè ricorda molto il suono che produce. In realtà nel luogo dove ha origine in Arnhem Land nel Northern Territory, ha diversi nomi, a seconda delle tribù o clan di appartenenza. I nomi più comuni sono YIRDAKI o YIDAKI, che è il nome che il clan Yolngu attribuisce allo strumento. Per chi non avesse proprio idea di cosa stiamo parlando il didjeridoo è uno strumento che si suona con la bocca, e in forma originaria non era altro che un ramo di eucalipto scavato dalle termiti nel cuore da cui ne rimaneva un tubo con un lungo foro. La scelta del ramo aveva tutto un suo rituale e si trovano ancora oggi didjeridoo ricavati nella maniera tradizionale anche se ultimamente ne è nato un commercio e vengono utilizzati e scavati artificialmente altri tipi di legni e si sperimentano altri materiali.

 

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– Ci vorresti raccontare da quanti anni suoni il didgeridoo e come hai cominciato?

 

Fiorino: Non ricordo esattamente se ho cominciato a Ottobre del ‘98 o del ‘99. Comunque ricordo come se fosse ora che andai alla presentazione dei corsi di musica che si tengono alla scuola di musica popolare di Forlimpopoli. Convinto di iscrivermi al corso di chitarra perchè già un po’ la suonavo, ma una volta dentro al castello, luogo in cui ora si svolge il Didji’Oz Festival, fui rapito sensorialmente dal magnifico suono del didjeridoo che proveniva dall’interno dell’antica ghiacciaia. Seguii il suono, come fanno gli orsi con il profumo del miele, fino a trovare Paride che stava facendo una dimostrazione musicale. Beh, da quel giorno non ho più smesso di suonare, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Oggi il didjeridoo, o Yirdaki, è una parte inscindibile di me. Mi ha cambiato radicalmente la vita, il modo di pensare e soprattutto di essere e vivere, e anche grazie ad esso che ho conosciuto Alice, mia moglie (mia ex allieva).

 

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– Se non sbaglio suoni in diverse band, ci puoi raccontare le loro caratteristiche? Nell’edizione speciale invernale del 2008 ti ho sentito suonare con i Gondwana, mi eravate piaciuti davvero, dopo un po’ che vi ascoltavo sono partito per un viaggio astrale che non so quanto sia durato. Avete prodotto qualcosa? Pensi che vi sentiremo suonare nuovamente assieme?

 

Fiorino: effettivamente con i Gondwana, quando entriamo nel vortice del suono, anche noi partiamo mentalmente per dei viaggi sonori e mentali che non si fermano più. Ed è proprio questa la caratteristica di questa formazione, che è composta da me e Antonio Coatti che oltre ad essere uno dei pochissimi a suonare conchiglie, suona egregiamente anche il trombone (suo strumento principale). Entrambi siamo dotati di una loop station RC50 con la quale man mano che produciamo suoni li riproduciamo e li elaboriamo arricchendoli così con quelli del didjeridoo e delle conchiglie con infiniti altri suoni e o rumori generati con qualsiasi mezzo. Nel concerto di cui parli eravamo accompagnati da un terzo elemento, Christian Ravaglioli altro bravissimo musicista e compositore della nostra zona.

 

Non abbiamo ancora prodotto nulla ma lo faremo presto. Ci suoniamo di tanto in tanto anche se è difficile proporre questo tipo di musica in quanto non proprio commerciale e i locali se non fai musica commerciale fanno fatica ad ingaggiarti.

 

L’altra band in cui suono, Marcabru, è una band composta da quattro elementi, Fiorenzo Mengozzi (batteria e percussioni), Fabio Briganti (violino, bouzuki, voce), Marie Rascoussier (basso e voce) ed io che come al solito suono il didjeridoo più altri strumentini di contorno come il dan moi. Difficile da definire il genere anche se le nostre radici sono folk, per lo più Irlandese. Ci piace definirlo Folk Randagio, come il titolo del nostro primo cd. O meglio Folk progressivo in tutti i sensi, alla ricerca dell’equilibrio dei suoni, fra l’Europa e il mondo, fra l’acustico e l’elettrico. L’uso di tante lingue vive, morte o da far rinascere. Strumenti di diverse culture e di ere diverse, uniti in un unico suono che guarda al futuro della musica tradizionale senza perdere il contatto col passato. Divertirsi e far divertire, raccontando le proprie storie a chi ha ancora voglia di seguirle, perché “non sei finito se hai una buona storia da raccontare e qualcuno disposto ad ascoltarla”. www.marcabru.com

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– Quest’anno hai invitato me, Bill Webb e Josh Whiteland all’ultima edizione del Festival: come è stata la tua esperienza con loro? Puoi raccontarci qualche aneddoto sul vostro incontro e quello che ti hanno lasciato?

 

Fiorino: Come ogni volta che invito aborigeni al Festival, prima di incontrarli, sono un po’ teso e molto emozionato perchè so che sicuramente incontrerò persone con una cultura così antica e con un modo di vedere la vita così diverso dal nostro. Ma poi appena li conosco mi rilasso e comincio a godermi tutto ciò che queste fantastiche persone hanno da insegnarci. Perchè anche se inizialmente leggermente restii ad aprirsi, appena prendono un po’ di confidenza poi ti fanno sentire a tuo agio, come se li conoscessi da sempre.

billBill Webb – Wardandi Tribal Dance

 
 

–  So che ogni anno avete avuto ospiti provenienti da varie tribù e regioni di Australia, potresti raccontarci delle più significative?

 

Fiorino: Direi che nel 2009 siamo riusciti ad avere alcuni tra i più importanti rappresentanti al mondo di Yidaki: Djalu Gurruwiwi e sua moglie Dophia con altri due membri del loro clan. Djalu Gurruwiwi è uno dei membri più importanti del clan dei Galpu (considerati i principali custodi dello strumento), creatore e suonatore di Yidaki (didjeridoo) conosciuto in tutto il mondo e considerato l’ultima figura di culto di Arnhem Land, la terra d’origine di questo antico strumento. Siamo riusciti a far suonare Djalu anche in Piazza della Signoria a Firenze: spettacolo indimenticabile! (vedi foto sotto).

djalu
djalu firenze

Ma abbiamo avuto anche i White Cokatoo, anche loro uno dei gruppi più conosciuti in tutto il mondo; Mark Atkins, il suo nome parla da solo; e soprattutto Alan Dargin, scomparso nel 2007, penso forse il più famoso nella storia musicale del popolo Aborigeno. Lui ha suonato con Led Zeppelin e Deep Purple e ha preso parte come attore in alcuni film cult, come Priscilla, la regina del Deserto, e soprattutto è stato grazie a lui che è cominciata l’avventura del Festival Didjin’Oz nel lontano 2003 quando dopo averlo incontrato per la prima volta ad un festival in Spagna è venuto con me e Francesca in macchina in Italia dove è stato nostro ospite (a casa di Francesca) per qualche mese. Non ultimo Bill Webb che grazie al tuo preziosissimo supporto è stato nostro ospite nell’ultima edizione del Festival, lui è l’erede della tribù dei Wardandi del Sud del Western Australia al suo primo e forse unico viaggio fuori dal suo Paese, ed era con suo nipote Josh Whiteland, bravissimo musicista.

 

In ogni caso questi sono solo alcuni perchè ogni singolo artista a ricoperto un ruolo importante per il successo del Didjin’Oz Fest.

didjinoz

– Quali tra gli artisti non aborigeni che hai avuto al festival ti fa batter di più il cuore o con cui hai un feeling speciale? Senza togliere nulla agli altri, c’è qualcuno che ha davvero un’altra energia? o viene come si suol dire viene da un altro pianeta?

 

Fiorino: Beh… senza nulla togliere agli altri, anche se è mezzo Aborigeno e mezzo Irlandese, Mark Atkins (1^ foto sotto) viene veramente da un’altro pianeta. Lui solo sul palco tiene viva l’attenzione del pubblico, anche di quello che non è appassionato di didjeridoo, per tutto lo spettacolo. Consiglio a tutti gli appassionati di musica di andarlo a sentire in un concerto live perchè ne vale assolutamente la pena.L’ho sentito qualche tempo fa e mi ha detto che molto probabilmente sarà ancora nostro ospite questa estate. Dal lato affettivo invece tra gli artisti non aborigeni col quale ho stretto un rapporto di sincera amicizia è Jeremy Cloake (2^ foto in basso), Neo Zelandese. Una personalità unica e magnetica con il quale rimarrò sempre in contatto nonostante la distanza.

mark atkins
 
jeremy cloarke

Foto Annalisa Vallicelli

 

– Qualche anteprima per il prossimo anno per il festival?

 

Fiorino: No no, a parte Mark Atkins che ho accennato sopra, ma che ancora dobbiamo confermare, nessuna anteprima in vista soprattutto perchè il 2011 sembra che sarà l’anno in cui i tagli dei finanziamenti per la Cultura saranno veramente enormi e non è confermato ancora il nostro finanziamento. Quindi… Chi vuol intendere intenda gli altri… vadano in ROULOTTE…

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– Scusa Fiore, io so che la vostra è un’associazione no profit, mi viene in mente, ma c’è la possibilità per qualche ditta privata, magari inerente all’Australia o al mondo dell’arte, della musica o che so io di potervi supportare magari con una sponsorizzazione? Come possono eventualmente mettersi in contatto con te? Dove trovano i dettagli del festival e tutte quelle info che possono far gola a un eventuale sponsor? Sarebbe davvero un peccato sapere che un evento così singolare e unico sparisse solo perché anche qua sentiamo parlare di tagli, e basta con stì tagli!! 🙂

– Fiorino: Certo che c’è la possibilità di avere sponsor privati anzi, da quest’anno visto i tagli del governo alla Cultura bisognerà rivolgersi sempre più a sponsor privati. Il nostro è un festival a tutto tondo dove viene sia ascoltata buona musica, ma si parla anche di viaggi, di libri,  arte e film, e c’è la possibilità anche di esporre e vendere  prodotti. Tutto quello che riguarda la cultura aborigena in particolare, ma anche l’Australia in generale. Questo per dire che la varietà di pubblico è ampia e quindi la visibilità che eventuali sponsor avrebbero è davvero tanta; oltretutto essendo unico in Italia il pubblico presente viene da ogni regione Italiana e anche dall’Europa.

Informazioni circa il festival è possibile trovarle sul sito www.didjinoz.com e per informazioni dettagliate commerciali per eventuali sponsorizzazzioni possono scrivere a info@didjinoz.com e in men che non si dica risponderemo a tutte le domande.

palco

– Tornando a te, invece, posso chiederti quali altri lavori fai? Lo vogliamo svelare il segreto che sei anche molto bravo col computer e che oltre essere programmatore hai realizzato il mio sito? Ops mi sa che lo già svelato io :).

 

Fiorino: che dire …forse è meglio non svelarlo. Mi piace la tecnologia e l’informatica ma sono contro l’avanzamento sfrenato della tecnologia, a discapito della salute della madre Terra e di noi e dei nostri figli in futuro. Per questo anche studio questa scienza, per capire come rallentare questa corsa verso il futuro. Beh comunque mi diletto a fare siti internet, ma sono principalmente un sistemista anche se farei qualsiasi lavoro per poter emigrare in Australia.

 

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– Quante volte sei stato in Australia? So che ti piacerebbe tornarci a vivere, che cosa vorresti fare là? Magari facciamo un appello visto le tue capacità artistiche e di musicista potresti trovare qualcuno che legge l’articolo disposto a sponsorizzarti per rimanere in Australia.

 

Fiorino: sono stato solo due volte ma per diversi mesi. Non è stata solo una toccata e fuga bensì un calarsi in mezzo alla gente australiana e alla vita australiana la prima volta che sono stato nel 2002; mentre nel 2008 quando sono tornato per la seconda volta mi sono calato nella realtà aborigena partecipando anche come volontario ad uno degli eventi nella cultura aborigena più importanti, cioè il Garma Festival, luogo in cui ho potuto conoscere per la prima volta Djalu Gurruwiwi di cui sopra ho parlato. Un appello…? Il mio sogno più grande sarebbe quello di emigrare in Australia, con il bagaglio di esperienza che mi sono fatto in otto edizioni di organizzazione dell’unico festival in Italia dedicato alla Cultura Aborigena, ed alla co-organizzazzione di altri festival in Italia. Mi piacerebbe poter iniziare a collaborare a creare Festival di ogni estrazione culturale, dalla musica alla pittura al cinema, per portare avanti la causa Aborigena. Ma soprattutto per far conoscere e divulgare una delle culture più antiche e sulle quali è stato scritto pochissimo proprio per il fatto che gli Aborigeni si tramandano le loro conoscenze oralmente.

 

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– So che tua moglie Alice ha scritto anche lei un libro sull’Australia, di che cosa parla? Intende pubblicarlo o l’ha scritto per lei? Ha già un titolo se si può dire? Lei è davvero una brava fotografa, ma lo fa anche di lavoro?

 

Fiorino: Si Alice è un a fotografa freelance che sta cercando di affermarsi nel mondo della fotografia, ma ha anche una gran passione per la pittura e scrittura. (Qui sotto una sua opera: foto dipinta con acrilici, ovviamente il soggetto sono io 🙂 ).

fio acrilico

e soprattutto il suo blog che tiene aggiornato quasi tutti i giorni http://alicenelpaesedellefotografie.blogspot.com/

 

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– E per Mattia il nuovo arrivato, dove speri che cresca? In Italia o in Australia e perché? Qual è il regalo più grande che gli vuoi fare?

 

Fiorino: Urca che domanda difficile da rispondere a bruciapelo! Non saprei mica sai… mi piacerebbe fosse figlio del mondo e dargli quindi la possibilità di vedere il più possibile di ciò che ci offre la Terra. Sicuramente l’Australia ma semplicemente perchè io sono innamorato dell’Australia. Non so se sia il luogo migliore dove farlo crescere dovrei viaggiare un bel po’ prima di poter decidere. Comunque sia io che mia moglie abbiamo voglia di fare una esperienza lavorativa e di vita all’estero, così stiamo provando a cercare una via per ottenere un permesso di lavoro in Australia.

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– Sono stato diverse volte nella vostra casa tra le campagne del Forlivese, abitate ancora là? Perché questa scelta di stare lontano dalla città? Come si vive? Vi manca qualcosa? Qual è la cosa più bella che comporta questa scelta?

 

Fiorino: Si abitiamo ancora qui. Abitare isolati (ma non troppo) comporta sia vantaggi che svantaggi o meglio scomodità, ma credo solo per il fatto che la casa non è di nostra proprietà e paghiamo l’affitto e questo è un grasso svantaggio. Poi d’inverno è veramente molto freddo, essendo la casa piuttosto vecchia, e questo a noi piace poco perchè amiamo il caldo. Però la scelta è stata obbligata perchè vivere in campagna, lontano dalle città ti dà spesso la possibilità di prendere una distanza sufficiente dalle cose materiali, inutili, e dannose, e la possibilità di concentrarti sulle cose veramente importanti della vita.

 

Oltretutto suonando il didjeridoo, ma per qualsiasi altro strumento sarebbe stato lo stesso, avere la possibilità di suonare quando più te la senti o più sei inspirato è una cosa impagabile. Poter mangiare a colazione, pranzo e cena all’aria aperta, durante la stagione calda, sentendo i profumi della natura e non quelli dei gas di scarico delle auto, è una cosa impagabile; ma soprattutto VEDERE L’ORIZZONTE ogni volta che si alza lo sguardo… Sarà forse per questo che amo l’Australia e soprattutto il deserto Australiano.

 

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– Vuoi fare un appello e un saluto?

 

Fiorino: un appello, un altro? Allora … entro la fine del 2011 voglio trasferirmi in Australia quindi chiunque abbia contatti per poter ottenere un permesso di lavoro o per me o per mia moglie si faccia avanti è invitato a cena, eh eh eh (beh questo era doveroso). Un altro appello: venite al Didjin’Oz Festival 2011, non ve lo scorderete e se qualcuno volesse sostenere il Festival con sponsorizzazioni è ben accetto (ricordo che il festival non è a scopo di lucro).

Un saluto a tutti i lettori del sito di Winki augurandovi un fantastico 2011.

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– Vogliamo lasciare i tuoi contatti? E posso permettermi di dire che se qualcuno avesse bisogno di contattarti per qualche concerto, per avere ulteriori informazioni sul festival, per realizzare un sito internet o per consulenze informatiche può farlo liberamente e può trovarti anche tramite i tuoi siti che sono:

www.myspace.com/fiorinofiorini e www.facebook/fiorinofiorini

 

e i siti  www.didjinoz.com e www.didjinoz.com

 

Grazie davvero per la tua disponibilità per la tua solarità e perché anche in situazioni con una certa pressione sulle spalle ti ho visto sempre sorridere. Grazie anche per la mano che mi hai dato con il sito, per l’ospitalità alle varie edizioni del festival, e per l’opportunità che mi ha regalato invitando Bill e Josh in Italia facendomi vivere un’esperienza incredibile. Grazie di cuore.