Prima di iniziare a leggere l’articolo consiglio vivamente di mettere il cd di Xavier Rudd “Solace”. Il primo brano s’intitola appunto:
(Testo e foto di Winki;
alcune foto di Paolo Cireddu
e Jackie Lee)
Munchea, WA
È strano… una calma assenza, riempie la mia anima.
Per qualche secondo un lieve strato di malinconia mi avvolge con la sua aura, ma un attimo dopo affiora la consapevolezza che una persona speciale sta percorrendo la sua strada verso casa.
È naturale, e in fondo sono contento, felice di rivederlo a casa con i suoi amici, la sua famiglia, e Maura che lo aspetta ormai da troppo tempo. Poi so che le strade dei guerrieri a un certo punto si separano, ma che prima o poi si incrociano nuovamente. Allo stesso modo sento che è giunto il momento per me di camminare da solo. Bebo è tornato a casa.
Non lo ho ancora detto a Paolo, ma entro un paio di giorni ho intenzione di ripartire da solo alla volta di Margaret River. So che lui resterà qui alla fattoria perché così ha voglia di fare. È giusto. Siamo stati splendidamente assieme per quasi sette lunghi mesi, sono volati in un attimo: “questo posto è una fregatura…”, mi ha detto lui.
Ci sono stati sì, degli alti e dei bassi, ma sono contento di aver viaggiato con due persone speciali; con cui sono arrivato a dividere tutto: lavoro, casa (furgone e tenda), macchina, cibo e musica, decisioni… e perfino il conto in banca australiano (aperto per comodità per versarci la paga lavorativa). Non immaginate quanto sia importante per me tutto questo, forse di più del surf che è la mia anima e il mio modo di vivere il mare. Ma l’amicizia, quella vera, è una cosa da tenersi stretta. Lo stesso viaggio, e ne abbiamo parlato con Bebo prima che partisse, l’avremmo potuto fare con una donna, ma sarebbe stato diverso! Non mi fraintendete, se trovo la donna giusta che vuole rifare lo stesso viaggio riparto al volo, ma sono due modi diversi di condivisione, sicuramente entrambi magici e speciali; e forse arriva il momento che il viaggio con la propria anima gemella diventa il viaggio della vita, ma non questa volta! Dico solo che è diverso. Avevamo una missione da compiere, siamo partiti alla ricerca di un posto segreto e leggendario, lontano da tutto e lontano dal mondo; anche se forse era solo una scusa, un pretesto che io stesso avevo cercato per vedere una parte poco esplorata del nostro pianeta. Poi penso che io non ho deciso un bel niente, è capitato tutto, e ne sono orgoglioso e felice.
Ora però è giunto il momento di riprendere a camminare in solitaria, di andare a vedere cosa c’è là. C’è un nome che mi chiama che attira la mia attenzione, un paese, Donnybrook. Non è sul mare, ma sento di doverci andare. Poi mi torna alla mente una frase del mio amico Gabriele: “isolation intensifie the experience” l’ho fatta mia, anzi lo è sempre stata, e la porto con me da quando ho deciso di vivere la mia vita a fondo, ormai da un po’…
Dopo la colazione ho seguito Tilda fuori dalla porta e sotto la veranda del nostro rifugio (shelter in inglese), mi sono accorto che nell’ultima settima non avevo avuto modo e tempo di apprezzare la bellezza di questa valle incantata. La sveglia alle 4.30 tutte le mattine, per essere a lavoro tra gli ulivi, alle 7.00, dopo un’ora di guida forsennata di Greg. Non è il massimo dell’eccitazione, mentre ancora addormentati cercate di rubare un’altra ora di sonno, essere sballottati da una parte all’altra di uno dei dodici sedili del minibus, e essere svegliati dalle urla di panico degli altri per una mancata collisione con un road train, i famigerati camion con più rimorchi, sulla nostra traiettoria. Io lo so, Greg è un po’ pazzo, però ho imparato a fidarmi di lui. Però è troppo forte, è una delle persone speciali di questa nostra vita australiana…
Dicevo, non ero riuscito a godermi tutto questo, l’erba alta e verde ondeggiata dal vento; la luce argentea di un sole ancora basso che si riflette tra i prati; questo albero imponente, sembra un sicomoro, che protegge la nostra casetta; e Tilda si rotola tra i fili d’erba e mi guarda.
Lo stacco di colore tra il blu del cielo e tutto il verde predomina nella valle. Le sfumature dei colori e il profumo dolce dei fiori, riempiono le percezioni.
Penso e torno con la mente a qualche mese fa, quando ho scritto a Emiliano Mazzoni per chiedergli se riusciva a farmi avere l’e-mail di Rob Machado. Avevo avuto il piacere di conoscerlo al Loco Squad durante il suo Tour in Italia, e proprio in quella occasione dopo avermi parlato di Shelter (in questo caso il video di surf girato in Australia), mi aveva dedicato il primo pezzo live di quella sera. Non credevo ai miei occhi e alle mie orecchie, con il suo blues leggero aveva messo in rima quella dedica per il solo fatto che io avevo scritto un libro sull’Australia, da dove durante le riprese di Shelter aveva preso ispirazione per quella canzone. Ero lusingato e esterrefatto. Me la sono gustata sorseggiando una media chiara.
Spiegavo a Emi che mi sarebbe piaciuto contattarlo per chiedergli qualche informazione sul posto dove avevano girato il video. Era una bellissima fattoria nel verde della costa est. Rob mi aveva svelato dov’era, e mi sarebbe piaciuto, con i miei amici, ripercorrere le loro tracce. Considero il video Shelter uno tra i più belli mai girati. La qualità delle onde del video è nella media ma la fotografia del video è superba. Dalle immagini fuoriesce il vero spirito del viaggio, è un video soul, è un soul trip. C’è l’anima del surf, c’è l’amicizia, poi c’è musica e c’è un rifugio… una casa in mezzo al verde che è la loro base per le escursioni sulla costa. Un luogo incantevole, il giaciglio ideale dove tornare dopo ogni esplorazione.
E così allo stesso modo ho realizzato che non era importante trovare quel posto… e poi non avendo alcun indizio sarebbe potuto trovarsi ovunque nei paraggi della contea a cui Rob mi aveva accennato quella sera; quindi molto serenamente non ci ho più pensato.
Solo ora realizzo quanto sia stato importante lasciarsi trasportare dalla corrente, farmi scivolare le cose addosso come l’acqua.
Winki bottom turn – foto di Paolo Cireddu
Solo ora che quasi alla fine del viaggio… guardo fuori, capisco che proprio quando non lo stavamo cercando, in un posto magico, lontano dal mondo, abbiamo trovato degli amici speciali, un cane eccezionale (Tilda), un cangurotto dolcissimo (Mr Roo) e, immersi nella natura, abbiamo trovato il nostro rifugio. Un posto in mezzo al verde, dove ogni volta che vorremo tornare saremmo i benvenuti. Abbiamo trovato il nostro Shelter… anche se la cosa più importante che ho capito è che il vero rifugio sta nel nostro cuore.
Sopra foto di Winki
Winki – foto di Jaquie Lee