Dimenticatevi del tempo alle Isole Cook vige l’island time :). Un viaggio al confine del paradiso terrestre.
Diversi mesi sono trascorsi da quando io e Kim abbiamo lasciato le Isole Cook. Agli amici che mi hanno chiesto di raccontare una parte del viaggio o quale siano state le cose che mi sono rimaste più impresse le risposte sono state quasi sempre simili. Le Isole Cook sono un luogo meraviglioso, isole del Pacifico, di cui ho sempre sognato fin da bambino dal viaggiatore che nasceva in me. La bellezza del paesaggio, la barriera corallina, l’acqua cristallina, ma anche l’entroterra verde e le innumerevoli varietà di fiori e piante da frutto, credo che facciano da contorno al ricordo più bello del viaggio: la gente delle Cook. Ci hanno fatto sentire come a casa, anzì di più… ci hanno trattato come principi, senza voler nulla in cambio. Eh si, come già accennato in uno degli ultimi articoli la bellezza di queste persone sta nella lora sincera ospitalità, nessuno ha mai cercato di venderci alcun ché. Quando per esempio non c’era la possibilità di acquistare la frutta siamo stati invitati a raccoglierla con le nostre mani. E noi abbiamo adottato il buonsenso prendendo solo ciò di cui avamo bisogno in quel momento.
Per il resto se dovessi dire almeno tre cose che mi sono davvero piaciute per ogni isola, per le altre suggerisco di leggere gli articoli pubblicati sul nostro viaggio alle Cook, inizierei dall’ultima visitata: Atiu (da lì abbiamo lasciato l’arcipelago tornando a Rarotonga da dove partono i voli internazionali che fanno spesso scalo in Nuova Zelanda).
Cominciando da Atiu la giornata con Birdman George, ornitologo nativo dell’isola, ma esperto di fauna e flora locale in generale, è stata un’esperienza paragonabile a quelle vissute con alcuni amici aborigeni in Australia. La sua simpatia, la sua conoscenza, l’amore per l’isola, le tradizioni e la natura sono di sicuro un segno di sostenibilità. Per non parlare della merenda cena con cui ci ha deliziato a fine giornata, servita in foglie di banano a pochi metri dalla spiaggia.
La natura selvaggia e la sensazione di essere in un posto davvero lontano da tutto, è la seconda caratteristica che mi farebbe voglia di tornare nuovamente sull’isola. La foresta priva di pericoli ma con un energia molto forte, e l’Oceano che esprimeva la sua potenza passando da un fondale profondo all’assenza di acqua della barriera corrallina a ridosso della costa. La sensazione di trovarsi su una cima di un vulcano emerso è davvero pazzesca.
E non posso che concludere con la bellezza delle persone che ci hanno accolto, non per essere ripetitivo ma per sottolineare che è indubbiamente uno dei motivi per cui tornerei. Roger dell’Atiu Villas e il suo english humour, Ngametua dell’Ufficio del Turismo locale che ha fatto di tutto perchè la nostra esperienza fosse indimenticabile, le mama che intessevano le piante locali, Marshall che ci ha fatto da guida nelle grotte, John e gli altri amici del Tumunu, la simpatia di Birdman George che oltre nella giornata del tour abbiamo rivisto in varie occasioni. Non posso dimenticare Joyce, australiana, un modello di viaggiatrice che ad 85 anni era in giro da sola in vacanza.
Vorrei concludere sempre a proposito di gente, ricordando l’esperienza incredibile vissuta il penultimo giorno alla scuola. Dove durante le “prove” dello spettacolo che i ragazzi e le ragazze locali stavano preparando accompagnati solo da chitarra e un tamburo mi sono sciolto nella bellezza e nella magia di una melodia antica e profonda come arriva dalla polinesia.
Aitutaki a ritroso nel tempo è stata la seconda isola visitata.
Indubbiamente la laguna che in condizioni di tempo favorevole può essere incantata, noi l’abbiamo trovata un po’ agitata ma è stata una nostra scelta andarci nel periodo dei cicloni (febbraio-marzo), speravamo in onde giganti e non avevamo considerato che quando chiedi qualcosa all’Universo devi fare molta attenzione perchè spesso vieni accontentato. È stata comunque un’esperienza forte che non avevo mai provato restare al riparo per trentasei ore attendendo che Mike (così l’hanno chiamato) andasse in vacanza altrove, ma mi chiedo chi cavolo dia i nomi ai cicloni.
Il frutto di Noni coltivato in modo sostenibile e biologico da Anthony sull’isola e l’esperienza con lui sono di sicuro cose che ricorderò. Sono sempre affascinato dalle proprietà curative di erbe e alimenti, e le ore trascorse con lui sono state davvero istruttive. Scoprire come usare anche le foglie per il té e aver poi utilizzato il succo per il resto della permanenza alle Cook ha dato anche un maggior valore al frutto sacro che vorrei ricordare ha il sapore del famoso formaggio coi vermi della Sardegna (casu marzu), anche se pare che abbia proprietà quasi miracolose. Me ne parlava anni fa il mio amico Filippo, esperto erborista, che mi chiedeva di tenere gli occhi aperti nei miei viaggi se fossi venuto in contatto con questa pianta unica.
A causa del tempo devo ammettere che l’idea che avevamo io e Kim di esplorare la parte sud dell’atollo di Aitutaki, è rimasta in parte incompiuta, ragione per cui ci toccherà tornare. Le nostre escursioni in kayak e le nostre nuotate nella barriera sono state divertenti ma avremmo voluto vedere di più…
Raro, come è chiamata amichevolmente dai locali Rarotonga, è l’isola dove forse ci siamo sentiti più a casa. Il fatto di averla visitata per prima ci ha dato modo di ambientarci, e l’esserci tornati ogni volta prima di andare nell’isola successiva l’ha fatta diventare quasi un punto di riferimento per il nostro viaggio alle Cook.
Il mercato del sabato vicino al porto di Avarua e quello serale il giovedì nella parte sud dell’isola sono sicuramente due cose che mi sento di consigliare. Quale modo migliore che conoscere una cultura locale, assaggiare il cibo locale se non attraverso il mercato?
La musica, il folklore e l’orgoglio delle tradizioni locali, assieme alle radici maori rendono Raro un posto sicuramente affascinate.
Sono stato sintetico nei due punti precendenti perchè per me l’esperienza più intensa, piacevole, che mi ha lasciato una forte voglia di tornarci, sono stati gli ultimi due giorni del nostro viaggio trascorsi in compagnia di Pa. Un uomo incredibile, una persona eccezionale, una guida vera, in molti sensi, uno spirito elevato, un guaritore, un guerriero gentile e un caro nuovo vecchio amico. Sono solo alcune parole con cui posso provare ad esprimere quello che provo nei suoi confronti oltre all’ammirazione e alla simpatia.
La prima giornata trascorsa con lui in cui ha condiviso la sua conoscenza di erbe e piante medicamentali, la devozione verso la natura e i suoi doni sono stati solo l’introduzione all’esperienza con Pa.
Il secondo giorno con la traversata da costa a costa dell’isola, sotto la sua guida, attraverso la foresta e le montagne ci ha regalato un’esperienza incredibile. Il culmine è stato in tutti i sensi il raggiungimento del monte sacro Te Manga Rua (the Needle per gli anglosassoni), da dove si gode una vista mozzafiato a 360°, e dove prima di scendere ci siamo seduti io e lui in meditazione.
La camminata prima e dopo attraverso la foresta e le ore passate in compagnia a casa sua la sera prima della nostra partenza, resteranno per sempre impresse nel mio cuore.
Vorrei quindi concludere con dei ringraziamenti speciali, oltre a tutte le persone che hanno fatto si che il nostro viaggio alle Isole Cook sia stato unico e indimenticabile: un grazie speciale a Kristina di Islands Car Hire, per la sua disponibilità e per aver reso il nostro soggiorno sull’isola più semplice grazie all’aiuto logistico e anche solo per fatto di averci fatto lasciare i mezzi all’aeroporto (credetemi che fa una notevole differenza). Per noleggiare un auto o scooter potete scrivere a enquires@islandcarhire.co.ck o visitare il sito www.islandcarhire.co.ck
A Lydia dell’ufficio del Turismo locale, che oltre ad essere stata davvero eccezionale nell’aiutarci ad organizzare il viaggio, si è prodigata in tutti i modi per farci vivere un’esperienza unica, è che possiamo considerare davvero un’amica. Se andate a Raro, la trovate all’ufficio del turismo, all’aeroporto appena arrivate o allo sport club nel sud dell’isola vicino ad Avana Pass, chiedete in giro che la conoscono tutti.
Come un ringraziamento immenso va a Pa, un guerriero di pace, dall’età indefinita (qualcuno dice che sia vicino agli ottanta) ma non ci credo ;), che ha dato un senso profondo a quel viaggio, mi ha dato molto di più di quello che vi ho raccontato e credo che un giorno lo condividerò con voi nel nuovo libro che sto scrivendo. Consiglio a chiunque abbia voglia di vivere un’esperienza unica di contattare sua moglie Jillian e assicurarsi di fare almeno un tour in sua compagnia: divertimento e buon cibo fresco assicurati il resto lo scoprirete da voi, oltre a ciò che vi ho raccontato (potete scrivere a jillian@pasbungalows.com).
Un ringraziamento di cuore e speciale al caro amico Nick che grazie alla sua conoscenza locale e alla sua professionalità ha fatto si che la nostra esperienza indimenticabile sia stata anche organizzata logisticamente in modo eccellente, le sue informazioni e i contatti da lui forniti un tesoro. Potete tranquillamente contattarlo per il vostro viaggio alle Cook all’indirizzo nick.costantini@cookislands.travel
Grazie anche a Roberta che mi aveva assicurato che mi sarei innamorato delle Cook. Aveva ragione!
E grazie di cuore a Kim, un compagnio di viaggio eccezionale e un amico davvero caro, senza di lui questo viaggio non sarebbe stato di sicuro lo stesso…
Penso che il viaggio alle Isole Cook resterà per un bel po’ in un posticino speciale nel mio cuore… grazie, grazie, grazie. Kia Orana!
thanks for your iinformation
nice view …
i will travel in island
nice islland view
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